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CRONOLOGIA DELL'OPERA SCIENTIFICA DI ENRICO FERMI                         321

      suo aiuto, con cui stringe anche amicizia. Tra i suoi colleghi vi sono Franco Rasetti e
      Nello Carrara, con i quali Fermi inizia a fare esperimenti nel laboratorio di fisica al quale
      il direttore Puccianti aveva dato loro libero accesso. Fermi ha le idee ben chiare su quali
      esperimenti eseguire per fare ricerche originali e mostra subito le sue doti di leader del
      piccolo gruppo, come ricorda Rasetti: "Carrara e io, che nell'anno precedente avevamo
      ormai riconosciuto la superiorità di Fermi per le sue conoscenze di matematica e fisica,
      lo consideravamo fin da allora il nostro capo naturale e ci rivolgevamo a lui e non ai
      professori per avere istruzioni e consigli".
         Fermi ha già studiato a fondo quello che allora è considerato il testo sacro della mec-
      canica quantistica, Atombau und Spektrallinien [Struttura dell'atomo e linee spettrali)
      di A. Sommerfeld ed è già considerato da tutti l'autorità indiscussa sulla teoria quan-
      tistica di Bohr-Sommerfeld. "All'istituto fisico sto a poco a poco diventando l'autorità
      più influente. Anzi uno di questi giorni dovrò tenere, davanti a diversi magnati, una
      conferenza sulla teoria dei quanti, di cui sono sempre un sostenitore" scrive Fermi al suo
      amico Enrico Persico il 30 gennaio 1920.


      1921

         È probabile che risalga più o meno a questo periodo la lettura del libro di Hermann
      Weyl, Raum, Zeit, Materie [Spazio, tempo, materia), pubblicato nel 1921, che costituisce
      un'introduzione di straordinaria chiarezza fisica e matematica alla teoria della relatività e
      da cui Fermi in particolare apprende la potenza dei metodi variazionali in fisica matema-
      tica. Dopo lo studio della meccanica quantistica, Fermi si dedica a fondo alla relatività
      e nel corso del terzo anno di università pubblica sul "Nuovo Cimento" i suoi primi lavori
      su problemi di elettromagnetismo. Nel primo (Sulla dinamica di un sistema rigido di
      cariche elettriche in moto traslatorio) si trova l'interessante risultato secondo cui, per i
      sistemi materiali del tipo considerato, l'inerzia del corpo è rappresentata da un tensore.
      Nel secondo articolo (Sull'elettrostatica di un campo gravitazionale uniforme e sul peso
      delle masse elettromagnetiche) si discute l'effetto di un campo gravitazionale uniforme
      statico su di un sistema di cariche elettriche. Trova così che il peso del sistema aumenta
      proporzionalmente alla massa elettromagnetica. L'apparato formale presente in queste
      prime due note è quello caratteristico dei fisici matematici di quegli anni, ma l'attenzione
      di Fermi è già rivolta a concetti e risultati più vicini alla fisica. Secondo quanto affermato
      da Persico, il metodo di lavoro di Fermi consisteva nel fatto che egli "prendeva i dati di un
      determinato problema, li elaborava lui stesso e poi confrontava i suoi risultati con quelli
      ottenuti dagli autori dei saggi. A volte, nella realizzazione di questo tipo di lavoro, egli
      poneva nuovi problemi e li risolveva oppure, addirittura, correggeva le soluzioni errate se
      erano ormai universalmente accettate. Nacquero così le sue prime pubblicazioni".

      1922

         Dopo lo studio delle relazioni fra campo gravitazionale ed elettromagnetico sotto con-
      dizioni piuttosto restrittive, Fermi avverte la necessità di una trattazione più sistematica
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